è un’umanità alla deriva che contrasta con la cosmesi del nostro mondo, che ha rimosso la malattia, la povertà e la morte come ombre di un passato oscuro, di una preistoria della civiltà. Tutti i veri medici che si ribellano e accettano la sfida dell’accoglienza non fanno soltanto una scelta etica di giustizia, ma scelgono di riconoscere la loro stessa condizione di fragilità, di precarietà nei naufraghi, che portano la cruda verità della condizione umana, che non può essere oscurata dalle mille luci del finto benessere occidentale. Ciò che di inquietante portano con loro i migranti è quello straniero residente, come sostiene Donatella DI Cesare, che ciascuno di noi è, e che scuote dalle fondamenta l’illusione che ciascuno di noi coltiva, di possedere qualcosa e di essere realmente abitante di un luogo in maniera permanente e stabile.
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