In Tucidide, l'ostracismo di Temistocle è ricordato per motivare la fuga da Argo al momento in cui gli Ateniesi mandano i Lacedemoni con alcuni dei loro a cercarlo, dopo la morte di Pausania (Thuc. 1.135.3). Konishi 1970, 55; Ellis 1994, 174; Westlake 1977, 107-109. In Diodoro (11.55), invece, l'ostracismo è conseguenza di un'accusa lacedemone, generata dall'umiliazione per il tradimento di Pausania (Arist. Costituzione degli Ateniesi 23.4) ed è associabile alla seconda accusa, che infatti segue immediatamente. In Plutarco (Them. 22.1), come in FGrHist 104, la causa esterna dell'ostracismo è l'invidia. Segue anche l'accenno alle grandi gesta, implicate dall'ὑπερβάλλουσαν σύνεσιν καὶ ἀρετὴν
di FGrHist 104. Sarebbe intrigante ipotizzare che questi eventi lasciati intendere includessero l'operazione condotta con Efialte di cui ci informa la sola Costituzione degli Ateniesi (25.3), testo nel quale mi pare si possa ravvisare un'indicazione cronologica che riporta a molto prima dell'arcontato di Conone nell'inciso ἔμελλε δὲ κρίνεσθαι μηδισμοῦ
. L'azione di Temistocle, nota Santoni (Santoni 1999, 188), è come quella di chi ha paura di essere punito (Pol. 5.1302b21) e dunque si confà alla fuga verso Argo. Se l'accusa è di medismo, l'unica fonte associabile ad Aristotele è Diodoro. La morte del reggente di Sparta stabilisce il momento, a seguito del quale gli Spartani decidono di pretendere vendetta anche contro Temistocle. In nessun caso comunque l'ostracismo è associato con un momento così preciso e probabilmente collocato più indietro nel tempo. Tucidide forse si riferiva a questo momento, ma non c'è modo di provarlo. Resta invece la consonanza con Plutarco. Diodoro pone questo evento nel 471/0 e anche per White (White 1964, 146) di tutti gli eventi questo è quello più probabilmente databile in quell'anno. Cole 1978, 46; CulassoGastaldi 1990, 222. Tenendo conto di Giustinohaec urbs [Byzantium] condita primo a Pausania, rege Spartanorum, et per septem annos possessa fuit (9.1.3) il periodo di Pausania a Bisanzio andò dal 478/7 di Bisanzio (Thuc. 1.94) fino al 472/1. Fornara 1966, 267. Maggiori dettagli e bibliografia in Liuzzo 2010. Considerando questo dato si potrebbe presumere che il computo sia considerato dal ritorno di Pausania dopo il primo processo, che, accettando il punto fermo del 471/0 offerto da Diodoro (Giorgini 2004, 206), risalirebbe per sette anni al 477/6, che, mese più mese meno, coincide con le argomentazioni che portano a datare alla tarda primavera 477 la rottura tra la lega e Pausania, in perfetto accordo con Diodoro, che riporta appunto sotto questo anno il ''momento'' di Aristide (τῷ καιρῷ χρώμενος ἐμφρόνως
). Dando un po' di tempo anche a Pausania, per ricevere la scitale e ritornare a Sparta tramite il Tanaro, anche le date del successivo periodo risultano adeguate. La morte di Pausania nel 468/7 lascerebbe tempo alla fuga di Temistocle, all'inseguimento e al passaggio per Nasso, senza troppe difficoltà.
La seconda lettera di Temistocle (Them. Ep. 2.3-5) dimostra nuovamente di utilizzare FGrHist 104 o la sua fonte, implicando la contemporaneità del dominio in Troade con la permanenza di Temistocle ad Argo. CulassoGastaldi 1990, 222.
FGrHist 104 riporta l'interpretazione tucididea della vicenda. Badian 1993, 130-132; Meiggs 1972, 42-67. La cifra del tributo non è conservata ma difficilmente, anche se lo fosse, potrebbe servire a dirimere il problema dei 460 Talenti. L'unica opzione possibile a riguardo pare essere quella dell'errore paleografico già in Tucidide, poi seguito dalle altre fonti, Nepote (Arist. 2.3-3.1) e Diodoro (11.47.3), che riprendono anche la notizia del trasferimento non presente nell'ateniese. Green 2006, 130 n240 e 150 n302. Meiggs 1972, 324-339. Nepote soprattutto, pare ricalcare FGrHist 104, seppur con qualche modifica. Il ruolo di Aristide non è rimasto tuttavia nel nostro testo. Vedi Telo 2006, 275, Pap Cair. 4 3227, fr. 99 K.-A, scena in cui Aristide è un altro dei quattro προστάται τοῦ δήμου
titolo utilizzato dall'Athenaion Politeia per Aristide, anche se per Fornara 1966, 53 si tratta di un Aristide diverso. Qualche problema si presenta per la collocazione già a questo punto dello spostamento del tesoro da Delo ad Atene che è generalmente posto a conseguenza dalla sconfitta in Egitto e prima della vittoria di Cimone a Cipro. Plutarco ne parla contestualmente all'ostracismo di Cimone (Plut. Per. 12), lasciando pensare ad una datazione nella prima metà del V a.C. non meglio precisabile, nonostante la collocazione narrativa. Le parole di Pericle sembrano avere già in mente il consiglio del giovane Alcibiade ma, facendo riferimento a qualcosa che è già avvenuto, cioè lo spostamento stesso, implicano che dopo l'ostracismo di Cimone ciò venisse discusso, in relazione alla politica edilizia, ma non che il tesoro fosse stato allora spostato, e nemmeno che ciò fosse avvenuto dopo la spedizione in Egitto. Questo è uno dei dettagli omessi da Tucidide che però descrive il contributo a 1.99.3. Diodoro 12.38 può aiutare a ricollocare l'evento e a valutare la collocazione data da FGrHist 104. Parmeggiani 2011, 422 n.123 calcola che lo spostamento del tesoro sia avvenuto nel 461. Sotto l'anno 431, iniziando la sua narrazione con un flashback, dice che: quando stavano ottenendo l'egemonia sul mare spostarono il tesoro, e lo diedero a Pericle da custodire. Ma Pericle arriva al potere quando l'egemonia c'era da un pezzo: καὶ
implica un lasso di tempo tra il trasferimento e l'affidamento come c'è un lasso di tempo tra l'egemonia e lo spostamento, sottolineato dai modi verbali. Μετὰ δὲ τινα χρόνον
vengono richiesti i rendiconti e qui infatti si ritrova in Diodoro l'episodio di Alcibiade cui ''segue'' il discorso che ricorda Plutarco. Se la datazione al 454 sulla base di ATL (ML 39) non è utilizzabile perché basata appunto su queste fonti, anche quelle relative alla spedizione in Egitto, che abbiamo visto è possibile ricollocare tra il 463 e il 458, sono logiche ma non possono essere confermate. Per il trasferimento (Pritchett 1969) qualsiasi data a cavallo tra gli anni '60 e '50 può andare bene, anche prima dell'Eurimedonte. Certo, la spiegazione data da Pericle in Plutarco ha una collocazione cronologica diversa, che è quella della querelle sull'edilizia ateniese, rispetto al momento del trasporto Ἀθηναῖοι τῆς κατὰ θάλατταν ἡγεμονίας ἀντεχόμενοι
, che fa invece proprio pensare ad un momento precedente persino all'Eurimedonte, sebbene di necessità successivo (ma non possiamo sapere di quanto) alla costituzione della lega. Credo che le lamentele sorte intorno a Pericle e al suo uso delle ricchezze, nonché i malumori degli alleati non avrebbero consentito un tale gesto, che si colloca invece meglio laddove gli alleati credevano ad Atene come nuova egemone sul mare invece di Sparta. Ed è a questo punto peraltro che Plutarco colloca il sinodo di Samo (_Arist. _25.3). Non è in conflitto con le altri fonti, ed è anzi del tutto coerente e logica (sebbene non abbia pretese di verità in senso assoluto) la cronologia di FGrHist 104, per cui lo spostamento sarebbe stato di poco successivo alla fondazione della lega. Non sappiamo in che rapporto con Taso, sebbene si possa pensare che dopo una tale dimostrazione nessuno sarebbe stato ben disposto, ma sicuramente prima di Nasso, velocemente nominata poco oltre.